2016 Bari Manifutura - ferrariarchitetti

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BARI - CONCORSO IN DUE FASI PER LA RIQUALIFICAZIONE DELL'EX MANIFATTURA DEI TABACCHI - PROGETTO AMMESSO ALLA SECONDA FASE - 5° CLASSIFICATO
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anno: 2016
importo gara: 33.000.000 Euro
categoria: I°c
con: AiA - Parigi
Studio Buffi - Parigi
Prof R.C. Ferrari
Arch. S.Fioriello
committente: Comune di Bari, CNR
ruolo: Capogruppo
esito: invitato alla seconda fase - 5° classificato
L’edifico della Manifattura tabacchi compare per la prima volta sulla Pianta della Città di Bari  redatta nel 1911. Cessata la produzione del tabacco, esso viene abbandonato per oltre mezzo secolo. Qualche Dopolavoro e alcuni depositi utilizzano frazioni del grande spazio, reso vitale solo dalla presenza di un cinema estivo, una “arena” che ha trovato posto nell’ampio corte di ingresso. Rimane il segno dell’alta ciminiera che, costruita in asse con l’edificio dell’università, risulta casualmente in perfetto asse con la torre dell’edificio della (ex) Provincia. In epoca recente il Comune decide di trasferire nei suoi ampi locali lo storico mercato ambulante di via Nicolai. Attualmente l’edificio conserva il suo valore simbolico all’interno di un quartiere (il Libertà) che ha visto poche sostituzioni edilizie e conserva l’architettura della edilizia della prima metà del secolo scorso, ferma in altezza ai due-tre piani e con i simboli decorativi (cornici, lesene, ringhiere…) di una edilizia ancora più vecchia. La via Garruba connette visivamente i due grandi edifici della Manifattura e dell’Università, formando di fatto un importante segno urbano, a cui collabora, con la sua visibilità, la ciminiera, sorta di obelisco di una città industriale. Nel tempo, lungo questo asse si sono aggiunti altri edifici universitari: la Facoltà di Legge, e quella di Lingue, nel restaurato padiglione industriale della Pirelli. Recentemente, l’edificio delle poste è stato acquistato dalla università che lo utilizza come centro di servizio per gli studenti. Dichiarato recentemente di interesse architettonico e vincolato dalla Soprintendenza, l’edificio della Manifattura rappresenta una delle (poche) possibilità di recupero per il circostante quartiere Libertà. La proposta di destinarne una consistente parte ai laboratori del Consiglio Nazionale delle ricerche, riprende la più volte espressa volontà di utilizzarlo all’interno della istruzione universitaria e delle connesse attività di ricerca. Non può che essere positivo per il quartiere la presenza dei ricercatori dell’Ente e del connesso mondo universitario, garantendo una presenza qualificata che – più di qualsiasi piano urbanistico, può servire a modificarne positivamente le sorti.
LE ATTUALI FUNZIONI – Attualmente, la struttura risulta in buona parte vuota e abbandonata. La parte utilizzata vede la presenza di un mercato ortofrutticolo che ospita un precedente mercato ambulante che occupava buona parte della via Nicolai. Il comune ha predisposto circa 240 box occupando quasi tutto il lato su via Nicolai, i due paralleli corpi interni, gli adiacenti lunghi patii e una parte dell’area recintata su via Ravanas. La restante parte di questa superficie viene utilizzata come parcheggio. Il mercato è andato rapidamente in crisi: a pochi anni dalla sua apertura ha perso il 40% degli esercenti; più ci si allontana da via Nicolai, maggiore risulta la presenza di box chiusi e inutilizzati.
Risultano certamente più consone le utilizzazioni degli spazi comunali: la struttura di “Porta Futuro”, un job-center dedicato soprattutto ai giovani; e la struttura dell’ “incubatore di imprese” in fase di realizzazione su buona parte del corpo centrale di ingresso. L’area della vecchia arena cinematografica è occupata solo dai resti della struttura abbandonata da tempo. Nel cortile anteriore, in parte utilizzato come parcheggio, in parte con box multipli, si trovano 7 eucalipti e 3 alte e poco curate palme.
IL PROGETTO: LIVELLO URBANO – L’edificio della manifattura tabacchi è stato realizzato nel pieno rispetto della griglia murattiana, (della quale occupa 4 isolati), volutamente in asse con l’edificio che raccoglieva tutte le scuole superiori e che oggi ospita l’università: l’asse di via Garruba, segnato dalla ciminiera della Manifattura (37 metri), univa i due più rilevanti edifici della Bari del primo Novecento, l’edificio della cultura e quello della produzione. Sull’asse di via Garruba si sono posizionati nel tempo altri importanti edifici universitari. Il progetto suggerisce di rendere pedonale i 700 metri di questa via, ripavimentandola e segnandola con due file parallele di alberi di dimensione conforme. La via pedonale alberata promuove lo scambio tra le due piazze e ne aumenta la caratterizzazione legata al mondo universitario e della ricerca. La presenza di un consistente numero di ricercatori, docenti, dottorandi, delle persone attratte dalle facilities gestite dal Comune produrrà certamente un effetto positivo nell’area circostante, in tempi e modi difficilmente prevedibili. Legati anche alla perseverante azione di controllo e sorveglianza che il Comune dovrà esercitare, soprattutto nel primo periodo di avvio delle strutture programmate.
LA PIAZZA – L’ampia corte anteposta alla facciata principale viene liberata dalla recinzione e dai poche elementi preesistenti e trasformata in un’ampia piazza che fornisce un luogo pubblico al quartiere, Questo spazio viene trattato come le antiche piazze delle città italiane: luoghi segnati dagli edifici circostanti e pavimentati. Questo spazio è definito su tre lati dai corpi dell’edificio della Manifattura, il quarto lato è formato dal fronte urbano al di là della via Ravanas che lo lambisce. La pavimentazione è segnata da fasce in pietra bocciardata che si intersecano ortogonalmente formando rettangoli di m 5x10, pavimentati con calcestruzzo  lavato ed opportunamente colorato. Su alcuni degli incroci delle fasce di pietra sono disposti 17 alti elementi, capaci di trasformare in energia le oscillazioni prodotte dal vento. Colorati, illuminati con Led nella parte più alta, caratterizzano la piazza con la loro particolare forma e con l’energia prodotta dalla loro oscillazione. La superficie della piazza viene movimentata da sedute che fuoriescono dalla superficie con volumi pieni, come generati dal pavimento. Le rampe di accesso al sottostante parcheggio separano la piazza dalla strada. Il parapetto si alza fino ad allinearsi con la prima modanatura orizzontale che congiunge la base degli archi delle finestre del piano terreno. Questa parete è aperta da finestre rettangolari; la sua superficie, al bordo superiore si piega di 90 gradi formando una superficie orizzontale, che permette il riparo in caso di pioggia. Alla piazza si accede dal centro, passando sopra il taglio delle rampe di accesso al parcheggio, e dai due lati, tangenzialmente ai due bassi edifici che ne racchiudono lo spazio.
IL PARCHEGGIO – La piazza copre un parcheggio sotterraneo che ospita circa160 auto per ciascun livello. Nei due livelli previsti sono quindi disponibili 320 posti auto. Due ascensori e due scale simmetriche permettono il diretto accesso alla piazza. Ai due piani del parcheggio si accede tramite due rampe contrapposte, parallele al percorso di via Ravanas. Le pareti di queste rampe, opportunamente aperte da grandi finestre si raccordano con l’architettura del parapetto che conclude la piazza e formano una grande parete unitaria di una architettura sotterranea. Permettono inoltre l'aerazione una consistente illuminazione naturale, togliendo la sensazione di interrato ostile che spesso i parcheggi sotterranei assumono. Una rampa pedonale larga 1 metro accompagna il percorso delle rampe, permettendo l’areazione della sottostante intercapedine. Le due rampe di accesso al parcheggio formano un profondo taglio che separa  la piazza dalla strada, isolandola e proteggendola dal traffico delle auto. Rispetto alla Piazza Cesare Battisti (quella confinante con l’università) la piazza del Mercato offre, con il mercato, i bar i negozi i vari accessi a strutture di pubblico interesse, una maggiore presenza di persone e quindi una maggiore sorveglianza a evitare i problemi presentati dall’altra piazza circondata essenzialmente da edifici pubblici. Le due piazze si rassomigliano per dimensione e per il contesto dei palazzi di sfondo, realizzati nel medesimo stile.
IL MERCATO – Il ridisegno del mercato ha permesso di contenere la diminuzione del numero dei box, ricavando un numero di posti vendita pari a circa il 60% di quelli attuali; liberando l’edificio e la corte posti sul  lato sinistro del giardino centrale, verso via Crisanzio. Rispetto ai 240 posti realizzati nel mercato attuale, il progetto prevede 136 unità di vendita , di dimensione uguale a quella attuale, ma di diversa forma e diversamente disposti nell’area del mercato, reso unitario dalla copertura della corte con un tetto trasparente, difeso dal sole con un sistema di nastri in teflon, trattati con pellicole fotovoltaiche e quindi produttori di energia rinnovabile. Tutte le attuali finestre vengono aperte, quelle su strada chiuse da cancelli, quelle interne lasciate libere In questo modo si facilita la circolazione naturale dell’aria e si aumenta considerevolmente la quantità di luce, non ridotta dalla presenza dei box e dall’attraversamento di vetri non particolarmente trasparenti. I box vengono staccati dalle pareti e disposti in gruppi di quattro con il lato principale aperto sui brevi percorsi trasversali.
LE ATTIVITA’ DI SERVIZIO E COMPLEMENTARI - Attività di servizio e commerciali sono concentrate sui lati corti della piazza, a garantirne e salvaguardarne il corretto uso. Abbiamo già detto delle particolari attività del mercato da sistemare nei volumi accessibili dalla piazza.  L’analogo edificio che conclude sul lato opposto  la piazza ospiterà una serie di servizi specifici: bar, caffè, bookshop, giornali , strumenti musicali  e simili.
ASILO NIDO – Gli ambienti del corpo centrale non impiegati dal Comune vengono utilizzati per una struttura scolastica di base, utile innanzi tutto ai ricercatori del CNR e agli abitanti del quartiere. La struttura scolastica è formata da uno spazio comune e da tre sezioni, ciascuna dotata di propri servizi igienici. Tutti gli ambienti si aprono su un giardino privato posto sul margine della piazza. Gli spazi del portico corridoio possono essere utilizzati per una ludoteca. La struttura risulta accessibile sia dall'atrio di ingresso all’edificio sia dal giardino centrale.
SPAZI DELL’ARTE E DELLA CULTURA – Uno spazio, analogo per dimensione e identico per forma a quello del mercato, viene riservato alla organizzazione di uno spazio espositivo permanente dell’arte contemporanea, con la formazione di una collezione permanente e una continua rotazione di mostre e di eventi, sul modello dinamico del museo MART di Rovereto. Ripetendo un modello adottato da più paesi si deve esportare in “periferia” (termine adattabile anche al centrale quartiere Libertà) l’arte e attraverso questa la cultura, approfittando anche della presenza di un centro di ricerca scientifica di eccellenza per ottenere le massime sinergie.
SPAZI DESTINATI AL CNR – Il corpo posteriore a tre piani e l’intero corpo a C su via Libertà saranno utilizzati per le strutture dei laboratori di ricerca. Ricordiamo che
La spina tecnologica. Nella parete principale, sul fondo del giardino centrale, è stata inserita una “spina tecnologica” che - alta due piani - attraversa l’intera struttura, da via Crisanzio a via Nicolai. Distacca la parte del CNR dal resto dell’edificio a destinazione mista e forma una parete bioclimatica. La superficie vetrata è parzialmente schermata da pannelli microforati che si restringono in basso e ospitano microfilm di tipo fotovoltaico. Questa parete si amalgama formalmente con le due coperture dei patii, che per diminuire l’irraggiamento solare utilizzano nastri di tessuto tipo teflon ruotati opportunamente e trattati con pellicole fotovoltaiche. Si tenga presente che in un edificio storico vincolato non è possibile sostituire il tetto in tegole con pannelli fotovoltaici. Questo costringe a predisporre altri sistemi, più avanzati per la produzione di energie rinnovabili.
  • Il tetto sollevato. Il progetto prevede di sollevare di un metro il tetto di copertura del corpo a “C” su via Libertà, creando una fessura di luce e lungo tutto il perimetro interno ed esterno. Viene previsto un solaio intermedio che divide lo spazio del primo piano in due; l’altezza di quello inferiore si riduce a m 3,60, quello superiore ha una luce libera di 3 metri: Il piano superiore, perfettamente ventilato, se lasciato aperto può ospitare nei due corpi laterali della “C” la notevole quantità di unità di trattamento dell’aria necessarie al condizionamento dei laboratori. Se si riuscirà a contenere questa funzione nelle due ali laterali, la parte centrale dello spazio del primo piano potrebbe lasciare a vista le capriate (mantenendo così il suo suggestivo attuale carattere).
  • L’auditorio. La ex centrale termica viene svuotata, liberata della superfetazione che ne innalza parzialmente il volume, coperta con un tetto a falde simile a quello dgli altri corpi, ma con una diversa copertura e trasformata in auditorium di 350 posti, collegato allo spazio centrale dell’edificio principale (la sala dei 21 pilastri) da un foyer che accompagna la discendente curva di visibilità del teatro, affondato nel terreno utilizzando l’interrato della centrale termica. Il complesso viene dotato di una “aula magna” dove poter fare, in autonomia incontri, congressi e riunioni, o anche piccole proiezioni o piccoli concerti. La sala dei 21 pilastri, in diretto contatto con l'auditorium, diventa lo spazio di rappresentanza, eventi e mostre del complesso di ricerca ospitato nell’edificio.
  • I due patii interni. I due patii, tra l’auditorium e il corpo a C, vengono completati dai due passaggi vetrati (con le vetrate a sud difese da elementi orizzontali in legno) che permettono l’accesso al corpo a “C”. I patii devono essere trattati a verde , come i chiostri degli antichi conventi, Uno dei due conterrà il deposito delle bombole di gas a pressione, conservate utilizzando, al centro del patio (come un moderno pozzo) un esistente locale interrato, in modo da proteggere l’intorno in caso di esplosione. I due patii verranno differenziati dall’impianto arboreo: un giardino di aranci per il primo, un quadrato formato da una doppia fila di lecci che isola al centro il monumento rappresentato da un platano lasciato libero di crescere senza riduzioni di potature: una piazza d’ombra secondo un classico modello della piazza dell’Italia meridionale.
  • La serra. Al secondo piano del corpo centrale, caratterizzato da  un doppio tetto affiancato. uno dei due viene sostituito da una superficie vetrata di analoga forma, costituendo la serra. Questa prende luce, insieme agli adiacenti laboratori di botanica da un patio, intagliato tra i due tetti.
  • La foresteria: divisa in due corpi paralleli, affacciati sul giardino centrale. Ciascun corpo può contenere 22 cellule a due-tre letti, dotti di piccola cucina e con i letti principali portati su un soppalco. Ciascun corpo prevede 4 cellule adatte a persone con impedimento alla deambulazione, risolti quindi su un solo piano.
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